"Ghiribizzi"
Pagina delle LETTEREMIE
Al fondo
E’ ora di attraversare la vita.
Il meglio ci attende al fondo.
La consistenza la materia
la volgare nuda fattura
delle cose degli accadimenti.
E’ ora di guardare l’inguardabile.
Un passo ci separa dal Vero.
E’ ora di addentrarci.
Insopportabile vanità della
superficie tersa
bagliore accecante
illusione leggera di vita.
Un passo appena oltre l’apparente.
E’ ora di invecchiare, di morire.
Giù nel mistero brutale
dell’umano.
E lasciarsi ferire dai giorni taglienti
con le mani sporche di terra ruvida
quando finisce anche il respiro.
Poi l’odore caro
della pelle dei capelli
del bambino
che dorme e
non sa
ancora non sa…
Anche il Destino un giorno
fu accarezzato da sua madre.
Nel ventre dell’esistenza
nell’esilio umiliante
della carnalità:
il divino è lì.
Al fondo.
Da Te amata
Fu l'inizio quando da Te fui amata.
Come il seme gettato nel solco della terra scavato
nella culla delle stagioni custodito;
le tue mani grandi mi posero nel ventre di mia madre
e mi attesero in vita che già sapevi di amore
e dolore in parti eguali è fatta per me e per tutti.
Fui gettata così nel grembo della terra, in quel giorno,
in quell'istante in te esistente dall'inizio
ed esistetti in un istante con tutta la vita che non sapevo,
con tutta la vita che ora so fino a qui cosa è stata come è andata.
Giorni vissuti disperatamente amati faccia contro la terra
che mi ha generata e di polvere la bocca riempita.
Troppe volte troppo dolore troppa vita umana non si sopporta
Toccare l'abisso come morta.
Che fui amata gridai lì,
spogliata spezzata a terra inginocchiata
ritrovato ho l'amore.
E quando mi prese il senso di me incantata da un fiore,
poi il naufragio felice nelle rime di Giacomo, amico mio grande,
compagno di illusioni e nostalgia,
allora gridai la prima volta di me stupefatta : fui amata!
Lì Bellezza impresse nella mia giovinezza il suo sigillo
la vita fu da allora inseguire il senso di me
mendicare il respiro agli angoli bui
dove lei passa illumina il fango.
Sì, fui amata quando scoprii il male annidato
nei labirinti dei miei pensieri come una serpe marchiato
sulle mani che distruggono feriscono
chi più amo più lo uccido.
Da te da me lontana aliena alienata
la vita che so è una pena da scontare l'inferno eterno.
Assenza non vita non senso non sono più niente.
Ascolta, ti prego,il grido sanguinante:
amami, soltanto amami ancora prendimi.
E tu allungasti la tua grande mano come il primo istante
e ci stavo, ci sto ancora tutta dentro e la tua carezza è
il perdono di nuovo la vita in un solo istante ancora l'inizio
e di inizio in inizio vado avanti in questa vita che amo
da te amata